Colloqui di Salerno 2023-2024 Annabella Rossi: “Vivere la realtà è già scienza”

Nel 90° anniversario dalla nascita dell’antropologa Annabella Rossi e nel quarantennale della sua prematura scomparsa, il Laboratorio interdipartimentale di Antropologia “Annabella Rossi”, afferente al Dispac dell’Università degli Studi di Salerno, in collaborazione con la Fondazione Carisal organizza “Colloqui di Salerno 2023-2024” dedicando questa edizione alla memoria e al ricordo del lavoro della Rossi.

La manifestazione, curata dal Direttore del Laboratorio, Prof. Vincenzo Esposito, a partire da lunedì 22 gennaio fino al 27 maggio ha in programma una serie di incontri tra il Campus di Fisciano e il Complesso San Michele di Salerno ed una interessante mostra dal titolo “Annabella Rossi e la fotografia”: cinquanta scatti di Annabella Rossi su Tarantismo, Carnevale, Feste e Pellegrinaggi,  negli spazi della mostra saranno proiettati, inoltre, i film “Le feste dei poveri” di Michele Gandin; “La taranta” di Gianfranco Mingozzi; “Vita e morte di Carnevale” di Vincenzo Esposito; “La nascita di un culto” di Luigi Di Gianni.

L’intera iniziativa è realizzata con il contributo dell’Università degli Studi di Salerno (Dispac, Disuff, Disps e Centro Bibliotecario di Ateneo)e con il patrocinio del Comune di Salerno, Fondazione Carisal, CEIC Centro Etnografico Campano, SIAC-Società italiana di Antropologia culturale, Kurumuny Edizioni e la partecipazione dell’ICPI  e di 1506 Film.

La mostra “Annabella Rossi e la fotografia” sarà fruibile gratuitamente presso il Complesso San Michele di Salerno, in via San Michele n. 10, dal 22 gennaio al 12 febbraio, dalle ore 16.00 alle ore 19.00. Il vernissage della mostra si terrà lunedì 22 gennaio alle ore 18.00.

Per conoscere tutti gli appuntamenti della manifestazione scarica qui il programma.

BIOGRAFIA
Annabella Rossi, nata a Roma nel 1933 e scomparsa nella sua città il 4 marzo del 1984.
Dopo aver partecipato, nel 1959, alla spedizione etnologica di Ernesto de Martino volta allo studio del fenomeno del Tarantismo salentino, fu assunta, nel 1960, al MNATP.
Le sue ricerche etnografiche, molto approfondite, furono rivolte soprattutto allo studio dei culti extra-liturgici del Mezzogiorno e dell’Italia centrale, feste e pellegrinaggi spesso ai margini della liturgia ufficiale del tempo (Le feste dei poveri, Roma-Bari, 1969).
Ritornò a occuparsi del Tarantismo pubblicando il famoso epistolario noto come “Lettere da una tarantata” (Bari, 1970). Da quel momento si impegnò anche nella didattica universitaria dell’Università di Salerno, reggendo la Cattedra di Antropologia culturale.
Il suo impegno in Campania la portò nei luoghi del Carnevale, in Irpina ma non solo. Iniziò la sua collaborazione con il M° Roberto De Simone. Il loro lavoro culminò nel volume Carnevale si chiamava Vincenzo (Roma 1977). Tra i suo i lavori è sicuramente da annoverare la realizzazione, insieme al regista e amico Gianfranco Mingozzi e al giornalista e produttore Claudio Barbati, di un documentario TV di quattro ore per RAI Due: Profondo Sud. Viaggio nei luoghi di Ernesto De Martino a vent’anni da “Sud e Magia”, i materiali furono raccolti nell’omonimo volume pubblicato da Feltrinelli (1978).
Le sue opere sono state tradotte e lette anche all’estero, in particolare in Francia. Le sue Lettres d’une tarentulée, furono pubblicate, corredate da un’intervista all’autrice, da Michèle Causse e Maryvonne Lapouge nel volume antologico Écrits, voix d’Italie, Éditions Des femmes, Paris, 1977. Sui suoi libri si sono formati moltissimi antropologi e studiosi, alcuni dei quali docenti e ricercatori dell’Università degli Studi di Salerno.