Sabato 3 febbraio a Salerno, presso il Complesso San Michele sede della Fondazione Carisal, costruttori, musicisti e ricercatori racconteranno usi, diffusione e futuro della zampogna, il più noto fra gli strumenti musicali della tradizione campana.
Il Ceic Centro etnografico campano-Istituto di studi storici e antropologici, con la collaborazione dell’o.d.v. Rosamarina di San Michele di Serino e con il Laboratorio di Antropologia “A.Rossi” del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno, hanno promosso la giornata di studi su “La zampogna in Campania”, nel corso della quale verrà annunciata la nascita della “Scuola di Musica e Strumenti Tradizionali” dell’associazione Amici della Rosamarina di S. Michele di Serino (Av).
Nella mattina di sabato 3 febbraio, con inizio alle ore 10:00, ricercatori, costruttori e musicisti si incontreranno nelle sale del Complesso San Michele a Salerno in via Bastioni n. 14, sede della Fondazione Carisal , dove è allestita la mostra “Vivere la realtà e già scienza”, una selezione di foto realizzate dall’antropologa Annabella Rossi, che fu docente all’Università di Salerno e della quale ricorre quest’anno il quarantennale della morte. La giornata di studi è una iniziativa collegata a “I Colloqui di Salerno” – rassegna di incontri, seminari ed eventi che quest’anno celebreranno la memoria di A. Rossi –, diretti dall’antropologo Vincenzo Esposito (docente all’Università di Salerno e direttore scientifico del Laboratorio “A. Rossi”). La zampogna e la
ciaramella per molte persone sono gli strumenti che eseguono le novene natalizie. In realtà sono strumenti versatili, antichissimi, presenti in moltissime feste popolari e nelle più svariate occasioni cerimoniali tradizionali. Diffuse nelle culture musicali e folkloriche di molti Paesi europei – nei quali è possibile registrare forme, tecniche e denominazioni diverse–, in Campania la
zampogna e la ciaramella assumono una loro specificità tecnica e formale. Nelle cinque province campane gli artigiani dei due strumenti musicali creano modelli che rientrano nella tipologia lucano-campana, di derivazione agro-pastorale, particolarmente in uso nelle tradizioni musicali dell’avellinese-beneventano e, soprattutto, del salernitano. In area cilentana del resto,
in paesi come Colliano o S. Gregorio Magno, sono ancora attive alcune botteghe artigiane e molti virtuosi dei due strumenti popolari vivono proprio nei comuni della Campania interna. Gli zampognari delle novene natalizie – che ancora rappresentano occasioni di lavoro musicale non trascurabile –, provengono da queste zone nelle quali si alimenta anche un complesso melieu
culturale dal quale appassionati, estimatori e musicisti di varia formazione – che mantengono vive tradizioni esecutive e antichi repertori –, si aprono a nuove applicazioni tecniche e a sperimentazioni musicali di grande spessore.
«Un universo culturale e musicale suggestivo e composito, fortemente attrattivo per la ricerca e la valorizzazione», afferma Ugo Vuoso, docente all’Università di Salerno e direttore dell’Istituto Ceic che ha promosso l’iniziativa.
«La scuola di musica tradizionale di san Michele di Serino attiverà a breve i primi corsi formali e informali di zampogna e ciaramella –annuncia Pietro Giliberti, presidente dell’associazione Amici della Rosamarina, che ha realizzato l’iniziativa didattica – per proporre subito dopo corsi per imparare a suonare altri strumenti e per diventare attivi protagonisti e interpreti
delle nostre tradizioni festive».
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